Le commesse scortesi: Pasqualina, la mia croce di Bottega Verde!

Ad ognuno è capitato, almeno una volta, in un addetto alle vendite particolarmente scortese.

Presupposto di ogni lavoratore, in particolare di chi ha contatto diretto con il pubblico, è la soddisfazione del cliente o, per dirla all’inglese, la customer satisfaction, ma alcuni probabilmente avevano bigiato nel giorno in cui, nella scuola della vita, hanno spiegato di cosa si tratta.

La mia addetta alle vendite scortese, chiamiamola Pasqualina ma in realtà non ho idea del suo nome, lavora da Bottega Verde, nel negozio presso il Centro Commerciale Le Cupole di San Giuliano Milanese, ed è la mia croce da anni.

Sono arrivata al punto di informarmi sui suoi turni, in modo da andare in negozio quando lei non c’era… poi ho smesso di comprare prediligendo lo shopping online, così da non dover più avere a che fare con lei.

Qualche anno fa ero andata in negozio con una delle classiche cartoline sconti che inviano a casa, di quelle che, con una spesa minima ed un piccolo contributo, hai anche un regalo. Entro in negozio di sabato pomeriggio, come ogni umano lavoratore con orari d’ufficio e incappo in lei, questa morettina bassina che tutto emana tranne gioia per il suo lavoro. Mai un sorriso, con nessuno, né colleghe né clienti. Ha sempre un’aria scocciata e insofferente. Ma fa niente, io ho sempre le idee chiare: scelgo i miei prodotti e vado alla cassa dove chiedo anche il regalo. Lei mi guarda malissimo e mi invita ad evitare di andare in negozio nel week end o la sera con simili richieste: “Cosa pretendi, di venire il sabato o la sera a chiedere i regali?”. Sono senza parole!!!! Io, nella mia esperienza nei negozi (per due anni, ai tempi dell’università, ho lavorato come promoter nelle grandi catene di elettronica, supportando il personale del negozio nelle vendite), mai mi sarei sognata di rispondere così ad un cliente, neanche a quello che mi ha chiesto se nel microonde poteva asciugare i calzini!

La mia risposta, ovvia, è stata: “Secondo te dovrei prendere ferie per venire in negozio?”.

E questo è stato solo il primo episodio con lei…

Nel tempo mi sono dimenticata di questa commessa piuttosto antipatica, visto che non avevo più avuto a che fare con lei (probabilmente le poche volte che sono andata in negozio, casualmente non l’ho incrociata), fino a stamattina.

In settimana ho ricevuto un buono sconto da 10€ su una spesa minima di 15€ che avevo deciso di spendere. Erano le 11, entro, mi saluta mentre sta servendo una cliente, prendo il mio prodotto che avevo già scelto dal sito (quindi giusto quel minutino per individuarlo all’interno del punto vendita) e vado alla cassa. Metto sul bancone tutto, compresa la tessera fedeltà e il mio buono sconto. Lei si gira un paio di volte mentre consiglia i cofanetti all’altra cliente senza buoni sconto (quindi che presumibilmente spenderà molto più di me). Passano i minuti, alle 11.07 io sono ancora lì alla cassa ad aspettare di pagare.

Riprendo la mia tessera e il mio buono, saluto ad alta voce e faccio per andarmene.

Lei insorge e mi dice che non mi aveva visto e potevo chiamarla!!!! Ma vi rendete conto? Una commessa che non vede un cliente? Mi stai dicendo che potevo mettermi il prodotto in tasca ed andarmene senza pagare che tu tanto non mi avevi visto???? Ti stai dando dell’incompetente da sola????

Ok che stavi servendo, ma una brava commessa ha sempre tutto il negozio sotto controllo. Mentre serve un cliente, ha un’occhio anche per gli altri e dice, a chi è in cassa, “Un attimo che arrivo”, fa capire di averlo a cuore, di volerlo soddisfare, di fare di tutto per metterlo a suo agio. Non di essere lì solo per lo stipendio, per arrivare a fine giornata!

Con lei è sempre così, la sua arroganza traspare da ogni poro, con chi ha gli sconti e/o deve spendere poco. Probabilmente è pagata a cottimo, a vendita, perché non si spiega in altro modo.

Comunque dopo questa esperienza io il mio buono sconto di Bottega Verde lo cestino insieme alla tessera fedeltà. Perché se questa commessa si comporta così da tanti anni (che mi ricordi io, almeno 5 o 6), significa che all’azienda asseconda un simile atteggiamento. I commessi rappresentano l’azienda verso i clienti. Io un’azienda così non l’accetto e non voglio essere identificata con chi tollera certi comportamenti.

Il cliente non ha sempre ragione, ma ha diritto di avere un po’ di attenzione. Non averlo nemmeno visto è quanto di peggio gli si possa dire!

13 Replies to “Le commesse scortesi: Pasqualina, la mia croce di Bottega Verde!”

  1. Purtroppo sono cose spiacevoli, e quando capitano ti girano i 5 minuti.
    A volte addirittura, può capitare che se entri e chiedi informazioni su un prodotto, magari su un rossetto, sono le stesse commesse del negozio/della profumeria a dirti “io ti consiglio di andare in farmacia, dato che sono i migliori”, dimenticandosi che chi fa loro lo stipendio e le tiene assunte (a tempo determinato e/o indeterminato) parte dei denari che usa per dare loro il corrispettivo lo trae dagli introiti delle vendite.
    Ergo, se le vendite calano, e non per un periodo, ma per un bell’arco di tempo lungo (se i clienti li trattano male e/o li dirottano verso la “concorrenza”), si corre il rischio di incappare in “tagli di personale”, oltre al vedere il negozio chiudere nei casi più critici,
    Ma vogliamo parlare anche di quando a fronte di un acquisto, ti cambiano il gadget che ti spetta per aver comprato o un certo prodotto e/o aver sostenuto una spesa di un determinato importo, perchè loro dicono di non averlo più a disposizione e magari è il 1°-2° giorno di iniziativa-offerta??? (e oltretutto ti danno o cose che sono inutili, o addirittura delle vere e proprie ciofeche)
    Oppure di quando non ti danno neanche un campioncino e/o una minitaglia??
    Bisogna poi spezzare una lancia a favore dell’azienda: a volte è davvero complicato tenere sotto controllo tutto il personale.
    Consiglierei loro comunque per ovviare a questo problema (che mi sembra stia diventando comune a tante realtà) di usare i mistery client (gente che all’insaputa del punto vendita viene mandata a acquistare prodotti presso un determinato negozio, per segnalare e verificare cortesia-efficienza-preparazione del personale, allo scopo di effettuare le opportune valutazioni).
    Se comunque ti trovi bene con i prodotti che propongono, senza dover ricorrere alla soluzione estrema di non andare più in negozio e cestinare la carta fedeltà, le cose che puoi fare sono due: o provi a cambiare negozio (segnalandolo poi direttamente all’azienda, che cambierà i dati del negozio per farti pervenire a casa le offerte-cartoline associate), o fai gli acquisti on-line (i punti fedeltà ti vengono assegnati anche per gli acquisti on-line, basta che inserisci il n° di tessera che hai ….. considera poi che per gli acquisti on-line devi fare 20€ di prodotti+5,90 di spese di spedizione+1,90 se paghi con contrassegno (ma diventano 0 se paghi con carta di credito, paypal). Considera che però on-line puoi trovare siti dove vengono pubblicizzati sconti e/o omaggi con spese di spedizione gratuite 🙂 ).

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    1. Cambiare negozio? Non ce ne sono altri in zona! Ok agli acquisti online per medi quantitativi, ma per un solo prodotto le spese di spedizione sono troppo alte. In questo caso poi lo sconto era valido solo in negozio

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      1. Il suggerimento di cambiare negozio l’ho proposto infatti nel caso in cui ne avessi avuto un’altro “a portata di mano” (ad esempio io ne ho 2 a poca distanza). Per il fattore acquisto on-line, concordo con te sul fattore che le spese di spedizione sono altine e ti “ammazzano” (nel senso che vengono a costare quasi come un prodotto). Io infatti cerco di fare l’ordine quando mi mancano un po’ di cose, e sfruttando promo pubblicizzate on-line per non pagare s.sp. e/o usufruire di sconticini (tipo 5,3 euro) e omaggi vari.
        Peccato comunque: se continuano a tollerare certi atteggiamenti da parte del personale, alla fine della fiera verranno etichettati (sbagliando) come chi li rappresenta.
        Vuoi o non vuoi, il personale del p.v. è il biglietto da visita dell’insegna e/o ditta.

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  2. Sono d’accordo con te. Spesso l’azienda prevede buoni sconto o regali con acquisti e le commesse si dimostrano scorbutiche e ti guardano dall’alto al basso perché chiedi un omaggio! Questa Pasqualina poi dovrebbe imparare che i clienti vanno trattati tutti con la stessa considerazione!

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