Cronache di un virus: andrà tutto bene. I dati delle Regioni

Non so più da quanti giorni sono chiusa in casa.

Lavoro in taverna e la mia faccia ormai ha assunto il colorito di quella dei vampiri. La luce mi dà fastidio.

Ieri, visto che pioveva, sono andata al supermercato. Supermercato is the new discoteca. C’era gente in fila vestita bene e truccata di tutto punto.

In paese ci si organizza. La creatività è qualcosa che non ci manca. Se Esselunga non è più in grado di gestire la spesa online, chi fa il mercato, al posto di stare in casa a lamentarsi, usa i gruppi di whatsapp per chiedere chi ha bisogno di frutta e verdura. Martedì la consegnerà a casa.

Intanto io, per passare il tempo, analizzo dati. Non sono né una statista né una virologa. Mi piacciono solo i numeri e, mentre i ragazzini giocavano con la Playstation, io giocavo con Excel (e prima ancora con Lotus 123).

Ho guardato i dati dei malati (quindi i positivi al netto dei guariti e dei morti) e ne ho analizzato l’incremento a 2, 5, 7, 11 e 14 giorni.

Perché queste date? Hanno detto che i sintomi si manifestano, mediamente, tra i 2 e gli 11 giorni dal contagio, mediamente dopo 5. La quarantena è di 14. Poi ci ho aggiunto il 7 perché sta in mezzo.

Ho usato i dati comunicati fino a ieri dalla protezione civile.

Questo l’incremento a livello nazionale:

Non mi sono accontentata di questo. 

Ho voluto vedere i dati delle singole regioni ed il loro incremento.

Iniziamo coi dati delle Regioni e l’incidenza dei malati sulla popolazione complessiva (ho preso i dati cercandoli su google, chiaramente non sono precisi all’unità):

Da questo virus è stato colpito lo 0,029% degli italiani. Le regioni sono in ordine di incidenza, con un dato preoccupante delle Marche. Già, da tempo si parla di Lombardia (0,09% della popolazione) e Veneto (0,036%), ma passa in secondo piano che le Marche sono messe peggio del Veneto (0,056%). Anche in Emilia Romagna non se la passano bene (0,053%) e, sorprendentemente, la Provincia di Trento che ha “solo” 199 malati, ma su 538mila abitanti (0,037%). 

Guardando le tabelle successive, questo numero può essere spiegato… anche alla luce dei dati di Bolzano. Trento e Bolzano non sono uniti nemmeno a comunicare i dati di un’emergenza sanitaria!

Questa tabella è un casino per chi non ha dimestichezza coi numeri, lo so. Cosa si vede?

La Lombardia, per quanto abbia numericamente i dati più preoccupanti, ha una situazione che sta tendendo a stabilizzarsi, con un incremento dei casi giornalieri che, percentualmente, si mantiene sotto la media nazionale (sono comunque tantissimi e gli ospedali sono al collasso).

Trento e Bolzano, invece, stanno pagando ora (probabilmente, come scritto in premessa non ho alcuna competenza medica, virologica ma nemmeno statistica) l’incoscienza dell’essersi andati ad ammassare sulle piste da sci nelle scorse settimane. Due settimane fa, il Trentino Alto Adige aveva 1 solo caso a Bolzano. Una settimana fa erano diventati 25. Ieri erano 369.

La Calabria cresce vistosamente, anche se oggi ha pochi casi, 59. Il 3 marzo era uno solo, sono diventati 4 il 7 marzo, 9 il 9 marzo e 32 il 12 marzo. La Calabria è anche la Regione che, nell’ultimo giorno (confronto 13 e 14 marzo) ha avuto il maggiore incremento dei numeri, +59% (media nazionale +19%, Lombardia +17%).

Poi ho raccolto altri dati a cui, però, non sto dando ancora un senso. Sto cercando di visualizzare un trend, usare delle formule di excel sugli scenari (roba semplice, da principiante)… ma vediamo se, nei prossimi giorni, riesco a ricavarci qualcosa.

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