“Mi metto in malattia”… ma come fai a saperlo prima?

Ieri mattina, mentre scendevo le scale della metropolitana, ho sentito una signora che parlava al telefono:

mi metto in malattia…

Chiaramente non ho idea di come sia arrivata a dire questa frase, ma non è la prima volta che la sento dire. Ma come si fa a mettersi in malattia sapendolo prima?

Nella mia vita lavorativa, mi è capitato di prendere dei giorni di malattia solo 4 volte in 15 anni! Di queste quattro volte una è stata quando ho fatto il laser per correggere la miopia (leggi qui) dato che dovevo stare al buio e non mettevo a fuoco a nessuna distanza. Dopo una settimana, l’oculista mi ha chiesto se volevo stare a casa da lavoro ancora qualche giorno e gli ho risposto di no.
Un’altra volta è stato dopo che ho operato un polso (leggi qui)… dopo mesi di tendinite probabilmente dovuta all’uso del computer, mi hanno operato e i primi giorni l’ho dovuto tenere a riposo, fare la fisioterapia in ospedale. Sono tornata in ufficio che avevo ancora i punti.
Ecco, queste sono le uniche due volte in cui sapevo a priori che avrei potuto dire “mi metto in malattia”, ma le altre? Non è che posso sapere il giorno prima che la notte avrò un attacco improvviso di dissenteria che mi terrà sul cesso tutta la notte! Non è che quella debolezza, quel malessere che arriveranno nel pomeriggio, ora di sera si saranno trasformati in influenza. No, di solito a me le malattie non danno il preavviso. Arrivano e basta.
Così è più facile che, mezza moribonda, io mandi un sms a qualche collega alle 7 del mattino, piuttosto che lo sappia già il giorno prima.

Non mi è mai capitato neanche di prendere “indisposizione”… ovvero andarmene a metà giornata perché non mi sento bene. Piuttosto, sempre moribonda, mi trascino fino alle 17.

No, non è vero. Una volta ho preso indisposizione dopo la visita oculistica. Già, sempre colpa degli occhi. L’oculista mi ha messo le goccine che dilatano la pupilla, quelle che ti rendono momentaneamente presbite e sensibile alla luce. L’effetto, che alle persone normali dura un paio d’ore, a me non se ne va prima di 5 o 6 ore… e così, audiomessaggio e a casa, al buio.

Io “non mi metto in malattia”, io mi ammalo e basta.

25 Replies to ““Mi metto in malattia”… ma come fai a saperlo prima?”

  1. Io con quelle goccine che dilatano sono svenuta dall’oculista! Io ho preso malattia una volta due anni fa perché mi sono svegliata una mattina con un occhio gonfissimo, praticamente non stava aperto e corsa dal medico di famiglia mo disse “mi raccomando non guardare il pc” … e allora dammi mutua! E poi quest’anno : mi sono ammalata una volta al mese da ottobre a aprile! Ma sempre raffreddori forti, tranne a dicembre quando mi è venuta la febbre nel ponte della madonna e a aprile dove sono stata male tutto un weekend e il lunedì l’ho usato x riprendermi.
    Cmq di gente che prende malattie programmate ce n’è!!!!

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      1. Ah guarda io ho un collega sindacalista che non fa un bel niente x 8ore….8 è un parolone! Ha problemi familiari quindi entra ed esce quando gli serve (e fin qui ok, la famiglia in primis), ma quando c’è si fa i cazzi suoi tutto il tempo….e ti innervosisce e basta….forse se stesse in malattia preferiremmo

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      2. Il mio collega sindacalista tanto ha fatto che l’hanno trasferito vicino a casa!
        Entrate in ritardo giustificate con timbratura mancante, almeno un giorno di malattia a settimana (1 giorno non dobbiamo portare il certificato) e visite mediche che neanche avesse 90 anni

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  2. no comment. una cosa sola vorrei aggiungere però che è frutto della mia esperienza diretta. io ero uno di quelli che andava a lavoro imperterrito anche con la febbre alta, anche quando letteralmente incapace a lavorare…cosa ne ho avuto? niente! solo in meno rispetto agli altri. non penso quindi sia neanche giusto andare a lavorare quando si sta male, premi non ne danno. poi certo, ci sono realtà e realtà lavorative….

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  3. La malattia è spesso un surrogato delle ferie. Conosco realtà aziendali in cui, oltre al classico “piano ferie” per l’estate, vi sono dei veri e propri “piani malattia”, ovviamente non ufficiali: questa settimana sono in malattia io, la prossima tu….. Ma conosco anche realtà in cui se chiedi un giorno di ferie ti rispondono di no. Meglio se ti prendi la malattia. Così se il servizio va male la colpa non è mia perchè ti ho concesso le ferie ma è tua perchè “ti sei ammalata”.
    L’Italia è un Paese meraviglioso!

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    1. Ho lavorato due anni per un’azienda dove prendere ferie non era contemplato e così la gente si metteva in malattia e i contratti a tempo determinato non venivano rinnovati perché “ti ammali”.
      Chiaramente anche a chi si ammalava veramente.

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  4. Io ho la tua stessa media di assenze da malattia al lavoro nello stesso periodo.
    Invece avevo un collega che puntualmente ogni Lunedi non stava bene e rimaneva a casa in malattia… Misteri!!

    La frase la posso capire se ci sono delle visite programmate da qualche specialista (ma credo che in questi casi si è al limite, penso sia lecito prendere ore di permesso).
    Oppure.. se alle 18 sto male che mi sento il febbrone da cavallo allora sparo la frase “domani sto in malattia”, nel senso che sto a casa e mi curo visto che non sto bene!

    Negli altri casi è truffa, voglia di non lavorare e di fregare l’azienda per la quale si lavora (a quanto pare i casi di gente così sono davvero molti)!

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    1. Ma per le visite mediche ci sono i permessi specifici, quelli con il giustificativo dello specialista (il nostro si chiama “permesso con giustificativo” e devi mandare il pezzo di carta all’ufficio del personale).
      Mah… si sentono anche frasi tipo “prendo malattia così non consumo le ferie”

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  5. Beh… se però rimani a lavoro moribonda… sei un anche un po’ masochista. 😀 Cmq io non ho la fortuna di poter chiedere permessi malattia… però direi che il grado di resistenza può dipendere dal lavoro. Forse per qualcuno il mal di gola e/o disturbi simili, anche raffreddori seri, possono non essere un motivo di assenza da lavoro, ma per esempio per un insegnante si! Per esempio se uno esce da lavoro mezzo malato… sa già che domani non riuscirà a lavorare…per cui all’amica/amico/medico può predire una cosa del genere anche via telefono. Perché no? I controlli ovviamente sono un altro paio di maniche.

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    1. Non sto dicendo questo, sto dicendo che non puoi saperlo il giorno prima che ti ammalerai (salvo interventi chirurgici o simili). Certo, la resistenza e la tipologia di lavoro influiscono molto.

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  6. Io manderei SEMPRE il medico a casa a controllare, perché anche dove lavoro io ci sono frequenti malattie da parte dei soliti noti. Ma può essere?
    Qualche anno fa l’ex capo disse ad una delle segretarie: “ma è possibile che ti ammali sempre in concomitanza delle scadenze fiscali?”
    Stranamente le malattie si sono ridotte ed hanno cambiato tempistica.

    Io aggiungerei il controllo obbligatorio a quelli con la 104, da noi sono in molti, e fanno tutti i cazzi loro nel giorno di permesso. Tutti passibili di licenziamento.

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    1. A me, una delle poche volte che sono stata a casa, è stato mandato il medico fiscale a controllare (richiesto dall’azienda, quella dove lavoravo nel 2004). Mi ha confermato la malattia.
      Ero appena rientrata a casa… avevo un dolore ad una spalla dovuto all’utilizzo dello scanner (a lavoro lo usavamo per tutto il giorno… avevo chiesto se, visto il dolore, mi potevano far fare per qualche tempo un’altra attività e mi hanno risposto di no, che a loro non importava… il medico mi ha dato 10 giorni, due settimane lavorative confermate dal medico fiscale).
      Chiaramente uscivo di casa, non è che per una spalla fossi allettata…

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      1. Dove lavoro adesso, mi diceva una collega dell’ufficio del personale che loro non hanno mai mandato alcun controllo fiscale, però l’INPS può farlo di sua iniziativa.
        Non l’hanno mandato neanche a chi, regolarmente, si ammalava il lunedì.

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