SCUOLA: materie inutili e niente inglese

La scuola italiana è antiquata, lo ripetono da sempre, ma probabilmente negli anni ’90 lo era ancora di più.

Frutto di epoche del passato velocemente sorpassate, i programmi scolastici avevano nomi arcaici con contenuti del tutto inutili.

E non sto parlando di imparare a suonare il flauto e la melodica alle medie, né a disegnare. L’arte si ha dentro, non si può imparare (si può al massimo coltivare il talento) e, per quanto mi possa essere impegnata, non sarei mai diventata una flautista né una pittrice con gli acquerelli. Ma nemmeno un’atleta. In ogni caso l’educazione fisica e all’arte ha un senso.

Mi riferisco ai programmi delle scuole superiori. Nel 1989 mi sono iscritta all’Istituto Tecnico Commerciale Statale Fabio Besta di Milano. Un bell’edificio sito nel Parco Lambro. Una bella pista d’atletica con campo di calcio, pista per il salto in lungo, due campi da basket, tre palestre. Alcune di queste strutture erano condivise con l’altro istituto, il Natta, presente nel medesimo edificio. Una bella scuola, insomma.

Io ho fatto Ragioneria ad indirizzo Amministrativo.

Il primo anno era piuttosto generico, comune a tutti, pure ai Ragionieri Programmatori a parte lo studio della stenografia. Per chi non lo sapesse, ci sono sistemi di scrittura sintetici che permetterebbero di scrivere velocemente intere riunioni, prendere appunti… il sistema è nato nell’antica Grecia e noi a scuola studiavamo, se non ricordo male, lo  Gabelsberger-Noë. Elimina le vocali, contrai i suffissi… in pratica accorcia le parole ed incasinati quando devi decodificare ciò che hai scritto.

Credo venga utilizzato solo in Parlamento con una speciale macchina da scrivere chiamata Michela, dal nome del suo inventore. Lo stenografo del Parlamento ha un ottimo stipendio, ma io vedo solo tre Michele… anche se ne metti 3 per camera, sono 6 in tutta Italia… diciamo che la probabilità di diventare stenografo è molto bassa!

Non contenti di averci fatto studiare per due anni stenografia (e pure dattilografia, ma questa materia mi è utile per scrivere velocemente sulla tastiera del PC), in seconda superiore arriva merceologia. Cos’è merceologia? In pratica ti fanno studiare la classificazione delle uova, della farina, dell’olio (extra vergine, extra vergine sopraffino, vergine, olio d’oliva e delle varie spremiture) e di altri prodotti. Il motivo di conoscere quanto è grande un uovo al di là della spesa al supermercato? Con il diploma di Ragioniere, era possibile aprire qualsiasi tipo di attività commerciale non alimentare senza dover sostenere l’esame di abilitazione. Quindi io mi chiedo: se volessi fare la cartolaia, perché dovrei sapere tutto della spremitura delle olive?

Sempre in seconda superiore, abbiamo studiato “Calcolo computistico e macchine calcolatrici”. Nel 1990-91 studiare “macchine calcolatrici” era già alquanto anacronistico, ormai negli uffici si utilizzavano ampiamente i computer, io ce l’avevo a casa già da tempo. Eppure ecco quella materia scolastica con quel nome… quanto meno inutile, visto che le macchine calcolatrici non le abbiamo mai viste e tutt’ora io non le so usare!

Calcolo computistico, se non ricordo male, era di fatto matematica finanziaria… credo ci abbiano insegnato a calcolare gli interessi, i vari piani di ammortamento e le basi del calcolo finanziario, ma non ne sono sicura. A sottolinearne l’utilità, insomma.

I ragionieri amministrativi in terza superiore si specializzavano nella libera professione di ragioniere commercialista studiando contabilità, tecnica commerciale e bancaria.

In Ragioneria ti insegnavano la contabilità pura, dalle scritture contabili da fare rigorosamente a mano compilando la prima nota, i mastrini, facendo la partita doppia sul quaderno a quadretti e poi, in quinta superiore, le scritture di assestamento (rimanenze, ammortamenti) e chiusura (imposte e risultato d’esercizio). Chiaramente dovevi metterti anche a calcolare gli indici di bilancio che, chiaramente, non venivano mai giusti… perché bastava un minimo errore in uno dei passaggi precedenti, che il risultato della complessa operazione per il calcolo dell’indice veniva di conseguenza errata.

Nella realtà ci sono gli applicativi di contabilità generale e, nonostante non li abbia mai utilizzati, suppongo che nessun commercialista si metta a fare i conti con la calcolatrice per redigere il bilancio! Per quanto riguarda gli indici, ancora più facile… a lavoro, dopo aver inserito i dati in Ce.Bi. (Centrale dei Bilanci, condiviso tra la maggior parte degli istituti di credito italiani), si clicca su “riclassifica” e ti viene fuori il bilancio riclassificato con una decina di pagine di indici di bilancio già calcolati.
Ah, a scuola ti facevano anche riclassificare il bilancio a mano… ed era oggetto di tema di maturità.

Veniamo a tecnica, commerciale e/o bancaria a seconda dell’anno. Ti insegnavano a fare le fatture, le bolle (ora DDT, documento di trasporto), a compilare cambiali, tratte e a tenere il conto corrente, calcolando numeri ed interessi, piani di ammortamento alla francese e altre cose del genere.
Spero di non dover mai utilizzare le mie conoscenze scolastiche per cambiali e pagherò.

Geografia economica. I ragionieri non studiavano la solita geografia, ma quella economica. In pratica veniva dato per assodato che conoscessimo stati e regioni italiane… infatti qualche giorno fa, a L’Eredità, la concorrente sosteneva che, del Triveneto, facesse parte la Lombardia….
Accantonati Stati stranieri e Regioni Italiane, per tre anni ci saremmo dovuti concentrare sull’economia dei vari luoghi del mondo.
Avevamo comprato la Garzantina e l’Atlante Storico Geografico e la professoressa Maria Teresa Ratti ci aveva fatto studiare a memoria il calendario del grano e le caratteristiche del clima d’altitudine. A diciassette anni sapevo, per ogni mese dell’anno, in quali luoghi del mondo si raccoglieva e seminava il grano.

Chiaramente, per studiare geografia economica, abbiamo abbandonato l’inglese in terza superiore…

28 Replies to “SCUOLA: materie inutili e niente inglese”

  1. Scusate l’intromissione in quanto sono classe 1960 e laureato in economia e commercio. Io con l’applicazione della ragioneria ci lavoro da 35 anni in grandi aziende internazionali. E vi giuro che chi la ha imparata con i mastrini la conosce molto meglio di chi ha sempre utilizzato il computer. Quando da giovane qualcuno mi chiamava ragioniere io dicevo che ahimè non lo ero ma che appena pensionato avrei provveduto a colmare la lacuna! Viva i ragionieri e la ragioneria! Se non si conosce la partita doppia tutti i computer del mondo non colmano la lacuna…

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  2. Salve a tutti…ragionieri colleghi!
    Devo fare un appunto alla signorina Oriana: il suo blog, signorina, è estremamente interessante, però le chiedo un “lauto” risarcimento danni per…consumo eccessivo in fazzolettini soffici!
    Già: non nego di aver pianto, rileggendo il tutto e pensando che sono passati ben 22 anni dal diploma e addirittura 29 dall’inizio del “mio ” ragioneria!
    Ah, e come se non bastasse, non so voi, ma io ritenni molto opportuno “approfondire” moltissimo alcune materie del biennio, in vista dell’esame finale in quinto. Difatti, ripetei il secondo anno per due volte…
    Detto questo, volevo anche ricordare una materia studiata solamente al second o anno: CHIMICA APPLICATA!
    In pratica, formule alchemiche di un qualche sconosciuto scienziato che bene pensò di inventare la famigerata “Tavola Periodica degli Elementi”. Il tutto da imparare rigorosamente a memoria! Ebbi tantissime difficoltà, però, in un’altra materia da lei citata: CALCOLO COMPUTISTICO. Un incubo orrendo per il sottoscritto, che nemmeno il più pessimista Wes Craven avrebbe osato sceneggiare per il suo celeberrimo “Nightmare”. I voti a calcolo compustistico? 2, 2, 3, 2 allo scritto, 4 3 3 all’orale (mi chiamarono infatti l’ “Oronzo Canà” del B-ennio!). A tutt’oggi, materie del genere così come la “simpatica” Merceologia, non mi sono MAI state d’aiuto in nessun lavoro svolto (incluso il ragioniere vero e proprio). Che dire: fu tempo sprecato? Avrei dovuto saperlo prima? Era meglio studiarle comunque per evitare l’anno di bocciatura? Una cosa è certa: anche a distanza di 22 anni, a scuola ci tornerei di corsa! Grazie per avermi dato l’opportunità di commentare e scusate il papiello! (Anzi, il “lungo tomo” come amava dir la mia docente di Letteratura e Grammatica!!!). Buona giornata.
    Luca G.

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  3. Rileggendo il mio post, mi sono accorto che ho dimenticato un paio di cose.
    Dunque aggiungo alcune precisazioni.

    Innanzitutto, nel biennio, si studiava anche biologia (al primo anno).

    Invece tra le materie ”specifiche”, che iniziavano dal terzo anno, vanno anche ricordate Diritto, Economia Politica e Finanze.
    Diritto era suddiviso in 3 anni : Diritto Pubblico (3°anno), Diritto Privato (4°anno) e Diritto Commerciale (5°anno).
    Economia Politica occupava per così dire il 3° e 4° anno di studio.
    Per essere poi sostituita da Finanze il 5°anno.
    Finanze era una disciplina che si occupava dei presupposti legali ed economici di tutte le imposte allora in voga : IVA, IRPEF (queste presenti ancora oggi), ma anche IRPEG, ILOR, INVIM ecc.

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  4. Anch’io ricordo quelle materie.

    Il biennio era per così dire ”introduttivo e culturale”.
    Infatti, oltre alle classiche come letteratura, storia, c’erano fisica, chimica e
    geo-fisica (studio dei climi, terremoti, vulcani, universo ecc.).
    A queste si aggiungevano dattilografia, stenografia (1°anno per imparare le regole; 2°anno per la velocità fino a 50-60 parole al min).
    Ed ovviamente computisteria, che riguardava l’applicazione del calcolo matematico alle misure di peso, volume, lunghezza. Si trattava cioè di imparare a fare le conversioni delle varie unità di misura (lunghezza, peso ecc.) tipo yarde, once, piedi, ecc. conoscendo le formule e svolgendo i calcoli con la calcolatrice.
    Computisteria non aveva nulla che fare con Matematica Finanziaria (che si studiava dal terzo anno in poi) e che invece riguardava il calcolo di interessi, montanti, assicurazioni, ecc.

    Le vere e proprie materie ”da ragioniere” iniziavano dal terzo anno.
    Con Ragioneria, Tecnica commerciale, Tecnica Bancaria ecc.

    Concordo che, a parte il primo anno, in cui si studiava geo-fisica, negli anni successivi la geografia era solo quella economica. Accompagnata da merceologia.

    Per quanto concerne le lingue, il francese si faceva nei primi due anni.
    Il primo anno era dedicato alla grammatica, mentre il secondo ci si occupava di ”francese commerciale”, ossia si imparavano a redigere lettere aziendali in tale lingua.
    Per quanto riguarda l’inglese si facevano due anni di grammatica e conversazione (secondo e terzo anno) e due anni di inglese ”commerciale” (quarto e quinto anno).

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  5. Io ho frequentato il liceo linguistico ed ho dovuto studiare una marea di materie inutili che si sono alternate nell’arco dei 5 anni. Tipo fisica, chimica (tra l’altro solo per un anno), diritto, biologia, scienze ed informatica (in teoria, in pratica un paio di lezioni). Geografia l’abbiamo avuta solo al biennio poi è stata sostituita da filosofia. Naturalmente si devono sommare anche le materie principali quali 3 lingue straniere, italiano, matematica, latino, arte, educazione fisica e storia. E per la tesina dell’esame di Stato abbiamo dovuto includerle tutte nell’argomento scelto.
    Mchan

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  6. Io ho iniziato ragioneria un anno dopo di te, era ragioneria progetto IGEA doveva essere un ramo sperimentale con molta informatica diciamo una via di mezzo tra il ramo classico e i programmatori e molte delle materie che tu hai nominato io non le ho mai fatte ma in compenso credo di aver visto il pc a scuola in 4 superiore usato poi forse due volte…

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    1. Ricordo il progetto IGEA, c’era nella mia scuola.
      Io ero nella sezione sperimentale con il piano nazionale di informatica. Il computer lo abbiamo visto in terza superiore disegnato alla lavagna dal prof di matematica. In 4a ci hanno portato il aula informatica (che era per i ragionieri programmatori) e hanno chiesto ai nostri genitori i soldi per il corso. Giustamente si sono rifiutati di pagare per qualcosa che faceva già parte del nostro piano di studi! Il problema era che i prof non erano in grado di tenerlo un corso di informatica, quindi avrebbero dovuto chiamare un esterno.
      Risultato: mi hanno dato l’attestato del PNI senza aver mai usato il pc a scuola.

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  7. Pensa che io feci la scuola di “Assistente per l’infanzia” che più o meno era come la Puericultrice, perlomeno era diversa scuola e stesse mansioni. Comunque….ci fecero studiare la dinamica del parto, con tanto di fecondazione, decorso della gravidanza e gestosi varie, contrazioni e la loro tempistica, mi sono sempre chiesta a cosa ci servisse saperlo visto che non era nei nostri compiti occuparci del parto ma del bambino…

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  8. Una precisazione, chi usa Michela è stenotipista. 😉 La stenotipia sfrutta i principi della stenografia e li trasferisce su quei piccoli pianoforti. Io alle superiori ero stata scelta per il corso di stenotipia, ma è difficilissimo.
    Per il resto d’accordo con te, un sacco di materie inutili. Merceologia mi piaceva pure, ma cosa serve a una che ha il diploma di addetta alla segreteria d’amministrazione (che non esiste più)?

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      1. Merceologia non può servire assolutamente a nulla, può piacere solo a gente svalvolata come me 😀
        A proposito di materie inutili, mia madre ha fatto le magistrali e ha dovuto studiare computisteria.

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  9. Ti dirò. La materia che più adoravo (Geografia) c’era solo fino al secondo anno dello Scientifico, e io era in preda allo sconforto nel sapere che dovevo lasciare una materia amata per una che reputavo inutile (Filosofia). Ed invece Filosofia mi aprì la mente, potei spaziare nelle scoperte dello scibile umano e ancora la ricordo volentieri.
    Forse certe materie non sono importanti “in sé”, ma quanto per la forma mentis che aiutano a formare.
    Nondimeno alcune materie sono davvero fuori dal tempo, o poco indicate per l’indirizzo di studio: mio figlio ora è ad uno istituto tecnico (Logistica e Navigazione) e si trova a studiare Chimica. Che c’entra chimica? Boh?

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